Premier League, da zero a dieci, arriva Gabriel Jesus, “solito vecchio” Arsenal

Il meglio e il peggio della 23a giornata di Premier League. Debutto stellare per Gabriel Jesus, crollano Arsenal e United.

10 – E’ arrivato Gabriel Jesus – I due Gabriel, Barbosa e Jesus, hanno infiammato il mercato estivo, facendo discutere su chi dei due fosse il migliore. Ad oggi, dopo metà stagione, i risultati parlano chiaro. Barbosa, o Gabigol se preferite, è una comparsa nell’Inter di Pioli; Jesus, al suo esordio con il Manchester City, ha segnato un gol e firmato un assist, nel poker dei Citizens al West Ham. Basta già questo.

9 – I calabroni pungono – L’upset del turno infrasettimanale va di diritto al Watford, che espugna l’Emirates Stadium. La squadra di Mazzarri, reduce da un periodo così e così, batte uno spento Arsenal, mandando in rete un ex Tottenham (Kaboul) e la punta Deeney, primo finalizzatore della squadra. Accade tutto in tre minuti; una punizione di Kaboul (che tra le altre cose, decise proprio un derby tra Spurs e Gunners tempo fa) e poi un classico gol di opportunismo di Deeney, che gela lo stadio nella fredda serata di Londra.

8 – Un islandese in Galles – Lo Swansea City si sta risollevando, piano piano. Dopo l’exploit di Liverpool, i gallesi ne vincono un’altra, ai danni del Southampton, sempre con la solita firma dell’isolano Gylfi Sigurdsson, che ha rinunciato alle offerte che lo avrebbero voluto lontano da Swansea. L’uomo dai gol pesanti, dalle reti decisive che stanno togliendo il City dalle zone pericolose di classifica; adesso gli Swans sono diciassettesimi, e per il momento, salvi.

7 – Panacea West Ham – Per il Manchester City. In FA Cup finì 0-5, in Premier 0-4. I Citizens ci prendono gusto quando si tratta degli Hammers. Una partita senza storia, che fa rivivere le memorie d’agosto e settembre, quando Guardiola non perdeva mai e sembrava già aver messo la sua mano sulla Premier. I tempi son cambiati, in peggio, ma questa vittoria si è rivelata più preziosa del previsto, considerando gli ostacoli che hanno trovato tutte le altre.

6 – I cento di Crouch – Non male la settimana di Peter Crouch. Ha compiuto 36 anni e ha segnato il suo gol numero 100 in Premier League. Attaccante scoordinato come pochi, è stato capace di segnare reti come questa. Dopo l’esperienza di Liverpool, dove realizzò ben 42 gol, adesso sembra aver trovato la sua dimensione finale nello Stoke City, che gli offre un posto da titolare. La sua memorabilità tuttavia risiede in una risposta, alla seguente domanda: “Se non fossi diventato un calciatore cosa saresti?” Crouch disse: “Vergine.” Classico.

5 – Le occasioni mancate del Tottenham – Sembrano farlo apposta, gli Spurs. Ogni qualvolta c’è una possibilità di ridurre il gap nei confronti del Chelsea, la squadra di Pochettino si ferma. E’ successo ancora, questa volta contro il Sunderland, non proprio il massimo in termini di avversari, ma un pareggio dimenticabile è tutto quello che i londinesi si portano via dallo Stadium of Light. E la capolista intanto, se ne va…..

4 – Abbiamo capito che…. – Il Liverpool non è l’anti Chelsea. Il pareggio di Anfield ottenuto grazie ad un episodio ne è la prova finale. Rosa troppo corta e tanta dipendenza da un paio di giocatori, che se non ingranano le marce fanno inceppare i Reds di Klopp. Piano B, qualificarsi per la Champions League, ma occhio alle due di Manchester.

3 – Le imbarcate degli Hammers – Il nuovo stadio del West Ham non ha portato troppi benefici ai suoi nuovi padroni. Quattro le partite casalinghe dove gli Hammers hanno concesso almeno quattro gol; 2-4 con Watford, 1-5 con Arsenal, 0-4 e 0-5 con Man City. Uno dei peggiori storici in tutta la Premier League, che evince forse il fatto che ad oggi, il West Ham, non abbia ancora trovato la propria “casa”, dopo l’addio a Boleyn Ground.

2 – Il rigore di Diego Costa – Aveva l’occasione di mettere la parola fine alla Premier League 2016/17. Si è fatto ipnotizzare da Mignolet, l’attaccante più in forma del campionato. Diego Costa ha sbagliato un rigore che poteva far fuggire definitivamente il Chelsea, che avrebbe messo tutti ad almeno 10 punti di distanza; un divario pressochè incolmabile.

1 – Mou, niente scuse – Lo United ancora non riesce a fare quel salto di qualità per essere accostato di nuovo alle grandi del calcio inglese. Il blasone c’è, ma le prestazioni dicono altro. Un pareggio contro l’ultima in classifica, ad Old Trafford, è inaccettabile. La domanda fondamentale è: il Manchester United, è la prima delle scarse o l’ultima delle forti? Un pò tutte e due, ma finchè ci sarà da scegliere, i segnali non sono incoraggianti.

0 – Same old Arsenal – Coro popolare cantato dai detrattori dei Gunners, che mette in risalto come l’Arsenal sia “sempre il solito”, ovvero una creatura incompiuta che si blocca sempre sul più bello o quando si tratta di fare risultato. E il Same old Arsenal è tornato contro il Watford, dopo essere stato avvistato l’ultima volta contro l’Everton. Intanto però, le altre non steccano. Ne riparliamo l’anno prossimo.