Gigi Datome si racconta: Istanbul mi ha folgorato, mi manca suonare la chitarra!

La stella del Fenerbahce Istanbul e capitano della Nazionale italiana, ai microfoni di Infobetting.com. Fuoriclasse in campo, quando non è sul parquet sa fare anche meglio e questa intervista lo conferma.

Gigi Datome, stella del Fenerbahce Istanbul e capitano della Nazionale italiana, ai microfoni di Infobetting.com. Fuoriclasse in campo, quando non è sul parquet sa fare anche meglio e questa intervista lo conferma. Di Basket abbiamo parlato poco.

Capitolo libri: ogni mese ne leggi tanti e li pubblichi sui Social. Quello che ti ha emozionato di più? Quello che porteresti in un’isola deserta?
Il mio preferito è Shantaram, e dato che è un bel librone da 1000 pagine probabilmente lo porterei anche sull’isola deserta. In alternativa il Conte di Montecristo.

Roma, Detroit, Boston, Istanbul. Quanto ti senti cittadino del mondo ora?
La nostra vita è da zingari privilegiati. Le varie esperienze hanno formato la persona che sono, soprattutto mentalmente mi sento molto aperto perché ho visto più posti e ho conosciuto gente proveniente da ogni angolo della Terra. Che poi è tonda non so perché si dica “ogni angolo della Terra”…

Gigi Datome si racconta a Infobetting.com.

Parliamo della Barba. Uno stile di vita, un vezzo alla moda o una grande comodità?
La barba è di moda ora, non da quando ce l’ho io. È sicuramente comoda, ma ormai fa parte di me. Coi capelli corti mi ci vedrei, senza barba no.

A che punto siamo con la chitarra? Damien Rice ti spiccia casa?
La mia altalenante prima parte di stagione mi ha portato a metterla un po’ da parte, spesso non ero dell’umore adatto. Vorrei avere il tempo e la costanza per riprenderla in mano seriamente.

Gigi Datome si racconta a Infobetting.com.

Quando parli di Istanbul ti illumini. Cosa ha di speciale quel posto?
E’ unica. Chiunque la visiti o l’approcci ne rimane folgorato. Ti scombussola, ti affascina, ti seduce. Un mix di storia e cultura introvabile da nessun’altra parte.

A oggi parli meglio sardo, inglese, turco o triestino?
Meglio l’inglese, capisco e parlucchio il sardo, capisco il triestino, intuisco il turco.

Come ti vedi tra venti anni?
Spero la stessa persona, con un lavoro che mi tenga impegnato ma non mi totalizzi. Con una famiglia, un cane e una bella casa. Una vita più normale, insomma.

Giochi da protagonista in uno dei club più prestigiosi d’Europa. Hai qualche rimpianto per l’NBA, in relazione al fatto che qualche altra franchigia ti avrebbe potuto valorizzare di più?
Direi che non sono nelle condizioni di potermi lamentare di nulla. Sono felice dell’opportunità che ho avuto a Boston e di esser stato utile per raggiungere i playoff quell’anno. E anche di essere protagonista in uno squadrone come il Fener.

Gigi Datome si racconta a Infobetting.com.

Nazionale. Non parliamo più di Torino. Parliamo dell’EuroBasket 2017. Il primo pensiero che ti viene in mente.
Un’altra opportunità per fare qualcosa dopo troppo tempo. Ovviamente spero come tutti che sia l’estate buona.

La persona a cui sei più grata nel mondo del basket, quello che ti ha fatto diventare Gigi Datome, il capitano della Nazionale.
Lo sport è bello perché nessuno ti regala nulla. Ringrazio tutti e nessuno. Tutti mi hanno aiutato ad essere chi sono, buoni e cattivi esempi, buoni e pessimi allenatori. Ma alla fine è tutto frutto di quello che ho fatto, di come ho lavorato e quanto ho lavorato. Con un po’ di fortuna che non guasta mai. Non è presunzione, è la verità. Questo discorso vale per tutti.