Dopo Euro 2016, Ronaldo supera Messi?

Ronaldo più forte di Messi? Tecnicamente è impossibile paragonarli. Ma l'impresa a Euro 2016 trascina CR7 in una dimensione superiore. Quella del capitano che trascina la sua nazionale a un successo impossibile

Non ne facciamo un discorso di trofei vinti. Sono tanti in carriera per entrambi. Troppi da contare. E poi contano davvero? Invece la domanda dopo la vittoria del Portogallo a Euro 2016 è lecita. Ronaldo supera Messi? Ovvero, può essere considerato più forte non tanto tecnicamente, ma emotivamente e come leader?

La risposta è sì. Ronaldo supera Messi. Il confronto dal punto di vista calcistico non si può risolvere. Sono troppo diversi, e troppo più forti degli altri. C’è della soggettività nel gusto e nel modo di vederli interpretare il pallone che non può essere archiviata. Però esiste un criterio, nel calcio contemporaneo, per valutare un calciatore nella sua complessa grandezza. Ciò che riesce a fare con la maglia della nazionale.

Se tu giochi nelle squadre di club più forti del mondo, e Ronaldo e Messi ci giocano, puoi anche essere il più forte del mondo. Puoi anche cambiare squadra. Ronaldo l’ha fatto, da Manchester a Madrid. Messi no. Ma in nazionale non ti scegli i compagni. E non scegli neanche di nascere in un paese ricco di talento da sempre, l’Argentina, o in uno che il talento l’ha prodotto sempre, ma non è tra le grandi della storia. Il Portogallo.

La differenza comincia qui. Messi è un’icona del calcio mondiale, ma non un’icona argentina. E’ cresciuto in Spagna, è argentino solo di nascita. Gli stessi argentini non lo sentono uno di loro. Messi con la maglia albiceleste diventa un altro, perché è chiamato a trascinare un popolo che non sente completamente suo, e viceversa. Non è un uomo in missione. Non ha il fuoco dentro rispetto a quando gioca nel Barcellona. Questo non gli viene perdonato. Ma rimane soggettivo. Oggettivamente, Messi ha sempre giocato accanto a grandi giocatori. Veron. Mascherano. Higuain e Aguero solo recentemente. Gioca per una delle quattro o cinque potenze del calcio mondiale. Che ha vinto e deve vincere di nuovo. Messi, con il talento dei compagni, con la tradizione della storia della sua parte, non ha vinto.

Ha perso di nuovo ai rigori contro il Cile nella finale della Copa America. Come nel 2015. Come prima reazione ha abbandonato la nazionale. Dicendo che quattro finali perse sono troppe. Non è un comportamento da leader. Non è quello che ti aspetti dal più forte di tutti, che si rialza dopo ogni batosta e dice ‘Riproviamo’. E ha completato un’estate orrenda con la condanna a 21 mesi per frode fiscale. Nel calcio globale, anche questo fa la differenza nella percezione. Ne esce fuori un calciatore che si arrende alla corrente invece di nuotarci contro. Che froda il fisco spagnolo. Un uomo ombroso, scontroso, lontano anni luce dalla luce che produce nei suoi momenti di calcio migliore.

Ronaldo? Il suo Portogallo ha come sempre problemi di produzione di centravanti prolifici. Ha vissuto la sua carriera in un momento storico nel quale ci sono stati prima il ciclo vincente della Spagna, poi quello della Germania. Due superpotenze. Eppure in dodici anni ha giocato due finali degli Europei. Ogni volta che indossa la maglia lusitana è il punto di riferimento. Il capitano come Messi. Ma l’uomo al comando, al contrario di Messi che comandare non vuole.

A Euro 2016 era la sua ultima occasione. E’ partito piano e ha inghiottito le critiche. Ha sbagliato un rigore con l’Austria e tutti a dire che ancora una volta sbaglia approccio agli appuntamenti decisivi. Invece ha trascinato i suoi con una doppietta all’Ungheria fino agli ottavi. Si è acceso definitivamente in semifinale contro il Galles. E’ stato decisivo nelle partite decisive, cosa che a Messi non succede con la maglia dell’Argentina. Per questo Ronaldo supera Messi.

E ha perso la finale dopo sei minuti per l’infortunio al ginocchio. Ce n’era abbastanza per lasciarsi andare alle lacrime. Ma Ronaldo non ha smesso di esserci. E’ tornato in panchina a trascinare i suoi zoppicando, incitando, sbracciando. Come i grandi capitani del passato, come Beckenbauer col braccio fasciato, come Baresi contro il Brasile dopo la rottura del menisco. Non ha giocato, ma è stato decisivo lo stesso perché ha dato fiducia ai compagni. E quelle lacrime, prima di disperazione e poi di gioia, l’hanno reso più umano e finalmente perfetto. Non più l’atleta scolpito, il professionista esemplare che pensa solo al calcio. Ma finalmente l’uomo che mostra sprazzi della propria essenza, dalla debolezza fisica al trionfo della nazione.

Che sia più solare di Messi si sapeva. Che ami darsi ai tifosi più di Messi anche. Ma la vittoria a Euro 2016, oltre che al quarto Pallone d’Oro, l’ha avvicinato alla gente. Tutta Europa è percorsa da un senso di giustizia per il Portogallo che ce l’ha fatta. E il Portogallo è Cristiano Ronaldo molto più di quanto Messi possa mai essere l’Argentina. E’ questa la differenza. E’ qui che Ronaldo supera Messi. L’impresa sarà celebrata per anni, e in qualche modo si avvicina all’Argentina ’86 campione del mondo trascinata da Maradona. Qui forse c’è ancora più epica, col campione che vince non giocando.

Vedrete che anche questo spingerà Messi a tornare a indossare la maglia della nazionale. Perché adesso è in svantaggio nei confronti del rivale di sempre. E deve recuperare.